Stiamo uscendo dallo stato di emergenza. Ma non si riesce ad uscire da uno stato di straordinaria eccitazione che in questi giorni ha colpito i cittadini di Firenze.
Dopo tre giorni di post su Facebook nella bacheca di Renzi, posso affermare con sicurezza che amministrare un popolo così querulo e polemico dev’essere impossibile. Cosa io pensi del sindaco l’ho esposto in precedenza, non sono una sua fan e non ho nessuna benevolenza preventiva nei suoi confronti.
Però avere a che fare con questa massa preoccupata soltanto delle proprie esigenze, minimamente disposta ad adattarsi a uno stato fuori dall’ordinario”, dev’essere un lavoro assolutamente ingrato.
Le punte comiche hanno raggiunto vette sublimi. Quello che sbraitava per essere rimasto bloccato nonostante avesse le catene in macchina – da rilevare il dettaglio che se le avesse messe sulle ruote forse sarebbe stato meglio, ma lui non lo sapeva fare… Decine e decine di richieste per tenere le scuole chiuse lunedì, e poi, una volta firmata l’ordinanza, decine di lamentele perché “devo andare a lavorare e non so dove lasciare i figlioli”.
Quando finalmente qualcuno ha iniziato ad annunciare l’arrivo degli spazzaneve, si sono innalzati i cori di “è troppo tardi, li hanno mandati solo dopo che li abbiamo chiesti per 48 ore!”. E posso testimoniare che per 48 ore c’è stata gente che ha scritto sempre le stesse cose con una perseveranza maniacale (e spesso sgrammaticata) richiedendo inteventi personalizzati e personali. Secondo loro il sindaco in persona avrebbe dovuto spalargli la neve davanti a casa.
Mi chiedo dove sia finito il famoso spirito fiorentino, ne ho visto ben poco in giro in questi giorni. Ho notato al contrario molto egoismo e un preoccupante pressapochismo. Esattamente quello che di cui accusano Renzi.
Direi che abbiamo il sindaco giusto allora.