Cronache dal Nuovo Mondo – Andata

Pubblicato: 27 novembre 2008 in america, gli ammerecani so forti, uomini, viaggi, zio vincenzo

Il wireless dello zio che ci ospita mi rende possibile aggiornare qui per lì la narrazione del viaggio. Che ha avuto un inizio col botto. E non per modo di dire.

Alle ore 4 del mattino, mentre ci stavamo preparando per andare all’aeroporto, un’auto parcheggiata sotto casa dell’astrombettista ha preso fuoco. Le cause sono da accertare. A un’auto di distanza la vettura del summentovato veniva investita dall’ondata di fiamme riportando danni alla fiancata sinistra, con perdita della ruota anteriore e parte della carrozzeria. Nel gelo della cupa notte padana ho visto il mio compagno di viaggio gettarsi nel fuoco ancora in pigiama, sprezzante del pericolo, per mettere il salvo l’automobile in via di scioglimento. Per un attimo, tremando, ho aspettato l’esplosione nel momento in cui avrebbe girato la chiave dell’accensione. Il panico mi ha attraversato fin dentro le ossa, ma poi mi sono ricordata che avevo fatto l’assicurazione per la rinuncia al viaggio.

Nonostante questo ardente imprevisto siamo partiti, ma a ondate intermittenti il pensiero della macchina infortunata lo fa incupire e imprecare. Ho deciso che al mio ritorno chiederò al padrone dell’auto responsabile dell’incendio i danni biologici per la vacanza parzialmente rovinata.

In confronto all’esordio esplosivo, il viaggio è stato soporifero. Ho volato da Bologna a Parigi con un bambino calciante nel sedile dietro di me, e da Parigi a Newark con un polacco calciante e urlante. Tanto che sono arrivata a rimpiangere il muro di Berlino.

Innumerevoli naturalmente i controlli di documenti e bagagli. A Parigi gli addetti alla sicurezza (che non parlano inglese, e poi dicono di noi italiani) hanno scrutato con sospetto la mia boccetta di liquido per le lenti a contatto, probabile ricettacolo e portatore di letali armi batteriologiche.

Infine, dopo 14 ore di viaggio, tutti stropicciati siamo arrivati all’ultimo varco, dove ci hanno preso le impronte digitali e fatto la fotografia. Mi sono sentita tanto bambina rom.

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